Per il quarto anno la Pastorale Giovanile propone l’esperienza dell’Evangelizzazione di Strada, in collaborazione con le Sorelle Francescane del Vangelo. “Alzati, va’, non temere!” è il tema scelto per le serate, che si svolgono nella chiesa della B. V. del Rosario dalle 20.30 alla mezzanotte. La prima serata si è svolta sabato 2 dicembre, le prossime date saranno 16 febbraio e 25 maggio. A distanza di qualche giorno dalla serata di Evangelizzazione, ci ritroviamo a raccogliere le sensazioni e i pensieri di alcuni giovani “evangelizzatori”. Che si tratti della prima volta (Laura), o di un’esperienza già consolidata (Flavio), essi si ritrovano d’accordo sui sentimenti vissuti e su quanto questo servizio riesca a mettere in discussione il proprio modo di vivere la fede.
Nel pomeriggio del 2 dicembre sono partita alla volta di Trieste con molto entusiasmo e al contempo con la sensazione di non essere per niente “preparata” a quanto stavo per vivere. Pensavo che “evangelizzare” fosse un’attività che necessita una certa “preparazione”, la capacità di testimoniare l’amore di Dio e di rispondere con accoglienza alle possibili provocazioni: tutto questo bagaglio di timori ed insicurezza mi portava a ritenere che durante l’incontro dei giovani per le strade della città sarei rimasta inizialmente un po’ in disparte per lasciare spazio a chi era più esperto, invece nel momento di preghiera che dava inizio alla serata ho capito che non è necessario avere capacità particolari, che evangelizzare non è imporre convinzioni sulla fede e sulla bellezza di un cammino cristiano, né tantomeno portare il nostro modo di pensare e di credere: evangelizzare è portare noi stessi, ma “svuotati” di noi e riempiti di Dio. E' Lui che deve trasparire dal nostro modo di andare incontro all’altro, dai nostri sguardi e dall’ascolto prestato. Dobbiamo renderci umili strumenti del suo Amore. Rassicurata da questo pensiero, ho avuto la sensazione che il Signore mi chiedesse di “mettermi in gioco” con umiltà e con gli strumenti che avevo disposizione, ovvero con il desiderio di incontro, con la semplicità di un invito e con la fiducia nella Sua Volontà. A questo punto con un timido “Buonasera! Scusate…” ho dato inizio a questa stupenda avventura con la mia compagna di evangelizzazione, insieme è stato sorprendente scoprire la bellezza dell’incontro di tanti ragazzi e sperimentare lo stupore per quanto sento di aver ricevuto. Nonostante la freddissima serata invernale, abbiamo incrociato il cammino di molti giovani che hanno scelto di fermarsi e di accogliere il nostro invito ad entrare in chiesa per una preghiera; in modo particolare mi ha colpito e commosso l’affermazione di un ragazzo che molto serenamente ci ha detto di non essere credente né praticante, ma entusiasta per la proposta, l’ha accolta entrando in chiesa e portando la “sua luce”. A distanza di qualche giorno dal termine dell’esperienza, sento di essere particolarmente grata a Dio per la gioia ricevuta, per la possibilità di crescere nella capacità di fare spazio a Lui nel mio cuore e per il servizio svolto con tanti volti amici. Sono convinta che noi non siamo chiamati tanto a seminare per vedere come “andrà a finire”, quanto a gettare il seme senza sapere su quale terreno cadrà, con la fiducia di figli e la speranza nei suoi progetti per ciascuno.
Laura
Nonostante sia stata la mia quarta esperienza di Evangelizzazione, all’inizio della serata ero un po’ teso. Dopotutto, è un lavoro ingrato! Bisogna affrontare il freddo e gli sguardi taglienti delle persone, per sperare di attirarne una piccolissima percentuale. Una vocina dentro di me mi chiedeva se ne valesse davvero la pena... Ovviamente queste erano “tentazioni”, che ho affrontato con spirito di servizio, pensando: “Signore, se dovessi anche solo aiutare un’anima ad avvicinarsi a te, stasera, tanto mi basta”. In realtà, la serata è andata benissimo, molto più di quanto avessi mai potuto prevedere. Nonostante il freddo e la forte bora, la città era gremita di giovani. Tantissimi si sono dimostrati interessati, e molti sono effettivamente entrati in Chiesa, su nostro invito! C’è stato solo un piccolo episodio spiacevole, in cui è iniziata una discussione con una ragazza che si professava atea, ma che siamo riusciti ad incassare con il sorriso sulle labbra e senza troppa difficoltà. Come ogni volta, il Signore ha fatto tutto il lavoro, ed io che mi trovavo in quella piazza, ero solo uno strumento nelle sue mani.
Flavio