Domenica pomeriggio, il piazzale interno della “Risiera di San Sabba” -uno dei luoghi più oscuri della città di Trieste- è stato illuminato da una luce particolare, la luce portata dalla presenza, dalla preghiera, dal canto e dalle candele di oltre 700 giovani delle Diocesi della nostra Regione: la “luce della Speranza”!
All’interno del cammino verso la prossima GMG 2016 di Cracovia, i Servizi per la Pastorale Giovanile delle Diocesi di Concordia-Pordenone, Gorizia, Trieste e Udine hanno voluto offrire ai loro ragazzi, un momento di riflessione e di preghiera in occasione della settimana in cui si è celebrata la “Giornata della memoria”.
Qualcuno passando per la strada che separa la Risiera dallo Stadio, sentendo le grida dei tifosi e i rumori festanti di chi incitava la propria squadra, vedendo questa marea di giovani entrare nella Risiera si sarà forse chiesto: “ma perché questi giovani vivono la loro Domenica pomeriggio in un modo così “fuori dall’ordinario”?
La risposta potremmo trovarla nelle parole che don Nicola Ban, incaricato della PG di Gorizia, a rivolto ai presenti introducendo il momento di preghiera tenutosi nel cortile del Campo: “In questo anno della misericordia abbiamo voluto trovarci insieme come giovani del Friuli Venezia Giulia per meditare assieme sulla misericordia. Ma per farlo seriamente dobbiamo confrontarci anche con il male e con il male assurdo, banale, disumanizzante… Oggi siamo qui per chiederci assieme che cosa significhi parlare di misericordia davanti all’ingiustizia e alla violenza. Siamo qui per guardare al passato così da poter spalancare gli occhi sul nostro presente. Anche il nostro presente necessita di riconciliazione e di misericordia. Ci auguriamo che l’evento di oggi susciti alcune domande in noi, smuovendo il nostro cuore dall’indifferenza!”.
Questo “Evento della Memoria” è stato anche un incontro preparatorio per i tanti giovani che dalle nostre Diocesi, nel mese di Luglio, partecipando alla GMG, avranno modo di visitare anche il Campo di sterminio di Auschwitz.
Il pomeriggio si è articolato in alcuni momenti particolarmente intensi che potremmo riassumere quattro verbi: Ascoltare, Osservare, Riflettere, Pregare.
Ascoltare. Nella Parrocchia di Valmaura, introdotti ed accompagnati da Giovanni Lesa -collaboratore della PG di Udine- i giovani hanno avuto modo di ascoltare, nella prima parte del pomeriggio, una profonda e toccante testimonianza, quella di Emo Giandesin, un uomo che nel fiore della sua giovinezza ha vissuto il dramma della guerra venendo internato per sei mesi nel campo di sterminio di Dachau. Emo ha condiviso con i nostri giovani l’orrore della guerra: il dramma della separazione da chi ami, la disumanizzazione di cui è capace la violenza e l’odio, ma anche la forza dell’amore, della speranza e del perdono!
Osservare. Dopo il dialogo con Emo i giovani si sono recati alla “Risiera di San Sabba”. Non si è trattato di una visita turistica. I nostri giovani, guidati da dodici loro compagni preparatisi accuratamente per questo, hanno osservato ed ascoltato il loro cuore ed i loro pensieri camminando lungo corridoi e stanze impregnate di sofferenza e lacrime.
Riflettere. Un’altra testimonianza è stata offerta durante la visita al Campo di sterminio di Trieste: quella di Abdul, un giovane insegnante che ha dovuto fuggire dal suo paese per evitare persecuzioni e morte. La sua colpa, agli occhi di coloro che gli hanno incendiato la scuola, la casa e che poi lo hanno minacciato di morte, è stata quella di voler educare i bambini del suo paese. Aiutarli a crescere come uomini liberi, capaci di guardare all’altro -anche se diverso da me per lingua, cultura o religione- non come ad un nemico da temere, ma come ad un fratello con cui costruire un mondo migliore. Grazie ad Abdul i nostri giovani hanno potuto meditare come i drammi di odio, guerra e violenza del passato, purtroppo, sono sempre pronti a riemergere se i cuori non si educano nella Fede al comando dell’Amore per Dio e il prossimo!
Pregare. Il momento più toccante è stato sicuramente la veglia di preghiera per la pace tenutasi nel cortile della Risiera, lì dove un tempo sorgeva il “forno crematorio”. Un momento intenso, sia per i contenuti che il Vescovo di Trieste mons. Crepaldi ha consegnato a tutti noi, sia per la profondità dei testi offertici da don Ivano e dalla PG di Concordia –Pordenone, sia per i canti con cui il Coro Diocesano ha accompagnato la preghiera.
Il messaggio principale, il senso di tutto il pomeriggio trascorso assieme è riassumibile con le parole che il Vescovo ha consegnato ai giovani: “cari ragazzi, queste mura ci interrogano e sollecitano l’esercizio della nostra responsabilità umana e cristiana. Quelli che qui hanno sofferto e sono morti; quelli che qui hanno subito umiliazioni degradanti e spaventose; quelli che qui si sono visti rubare ogni parvenza di umana dignità ci domandano: cosa vuoi fare tu della tua vita? Come vuoi impegnare la tua vita? Sul fronte dell’odio o sul fronte dell’amore? Sul fronte della divisione o su quello della riconciliazione? Su quello della guerra o su quello della pace? Su quello della fraternità umana o su quello della sopraffazione? Tante domande a cui bisogna dare una risposta! Cari Amici, per noi cristiani la risposta è obbligata: la risposta è Cristo ed il suo Vangelo di Giustizia e di Pace che, nella fede, abbiamo fatto nostri. Dobbiamo fare nostre soprattutto le parole di Gesù cristo: Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio. Questa beatitudine ci dice che la pace è dono messianico ed opera umana ad un tempo... È pace con Dio, nel vivere secondo la sua volontà. È pace interiore con se stessi, e pace esteriore con il prossimo e con tutto il creato! ” .
Lasciatemi, a conclusione di questa condivisione su un pomeriggio veramente speciale, dire un personale “Grazie”.
Grazie innanzitutto al Signore per quanto attraverso il suo Vangelo, le testimonianze di Emo ed Abdul e le parole del nostro Vescovo, ha seminato nei cuori di ciascuno di noi.
Grazie a Giovanni, don Nicola, don Ivano e don Davide -con i quali ho avuto la gioia di organizzare questa giornata- per la bella collaborazione e testimonianza di comunione ecclesiale!
Ma il grazie più grande desidero dirlo ai nostri giovani, che con la loro presenza, la loro riflessione e la loro preghiera hanno irradiato con la “Luce della Speranza” la Risiera e tutti noi!
Grazie!
E proprio a loro vorrei lasciare ora la parola: chi meglio dei diretti interessati, i nostri giovani, può trasmetterci cosa realmente ha significato questo pomeriggio vissuto assieme alla Risiera di San Sabba?
Chiedo a loro di condividere con noi la bellezza di questa giornata.
E intanto a tutti auguro: Buon Cammino verso la GMG di Cracovia!