Il Signore vuole che il padre sia onorato dai figli, ha stabilito il diritto della madre sulla prole.
Chi onora il padre espia i peccati;
chi riverisce la madre è come chi accumula tesori.
Chi onora il padre avrà gioia dai propri figli e sarà esaudito nel giorno della sua preghiera.
Chi riverisce il padre vivrà a lungo; chi obbedisce al Signore dà consolazione alla madre.
Figlio, soccorri tuo padre nella vecchiaia, non contristarlo durante la sua vita.
Anche se perdesse il senno, compatiscilo e non disprezzarlo, mentre sei nel pieno vigore.
Poiché la pietà verso il padre non sarà dimenticata, ti sarà computata a sconto dei peccati.
Beato l'uomo che teme il Signore
e cammina nelle sue vie.
Vivrai del lavoro delle tue mani,
sarai felice e godrai d'ogni bene.
La tua sposa come vite feconda
nell'intimità della tua casa;
i tuoi figli come virgulti d'ulivo
intorno alla tua mensa.
Così sarà benedetto l'uomo che teme il Signore.
Ti benedica il Signore da Sion!
Possa tu vedere la prosperità di Gerusalemme
per tutti i giorni della tua vita.
Fratelli, rivestitevi dunque, come amati di Dio, santi e diletti, di sentimenti di misericordia, di bontà, di umiltà, di mansuetudine, di pazienza;
sopportandovi a vicenda e perdonandovi scambievolmente, se qualcuno abbia di che lamentarsi nei riguardi degli altri. Come il Signore vi ha perdonato, così fate anche voi.
Al di sopra di tutto poi vi sia la carità, che è il vincolo di perfezione.
E la pace di Cristo regni nei vostri cuori, perché ad essa siete stati chiamati in un solo corpo. E siate riconoscenti!
La parola di Cristo dimori tra voi abbondantemente; ammaestratevi e ammonitevi con ogni sapienza, cantando a Dio di cuore e con gratitudine salmi, inni e cantici spirituali.
E tutto quello che fate in parole ed opere, tutto si compia nel nome del Signore Gesù, rendendo per mezzo di lui grazie a Dio Padre.
Voi, mogli, state sottomesse ai mariti, come si conviene nel Signore.
Voi, mariti, amate le vostre mogli e non inaspritevi con esse.
Voi, figli, obbedite ai genitori in tutto; ciò è gradito al Signore.
Voi, padri, non esasperate i vostri figli, perché non si scoraggino.
I magi erano appena partiti, quando un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: «Alzati, prendi con te il bambino e sua madre e fuggi in Egitto, e resta là finché non ti avvertirò, perché Erode sta cercando il bambino per ucciderlo».
Giuseppe, destatosi, prese con sé il bambino e sua madre nella notte e fuggì in Egitto,
dove rimase fino alla morte di Erode, perché si adempisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: Dall'Egitto ho chiamato il mio figlio.
Morto Erode, un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe in Egitto
e gli disse: «Alzati, prendi con te il bambino e sua madre e và nel paese d'Israele; perché sono morti coloro che insidiavano la vita del bambino».
Egli, alzatosi, prese con sé il bambino e sua madre, ed entrò nel paese d'Israele.
Avendo però saputo che era re della Giudea Archelào al posto di suo padre Erode, ebbe paura di andarvi. Avvertito poi in sogno, si ritirò nelle regioni della Galilea
e, appena giunto, andò ad abitare in una città chiamata Nazaret, perché si adempisse ciò che era stato detto dai profeti: «Sarà chiamato Nazareno».
Mio Gesù, ispirami su ciò che devo pensare della Tua vita nascosta ... "Scese dunque con loro e venne a Nazaret e stava loro sottomesso" (Lc 2,51)...
Scese, sprofondò, si umiliò... fu una vita d'umiltà: Dio, appari uomo; uomo, Ti fai l'ultimo degli uomini; fu una vita di piccolezza, all'ultimo degli ultimi posti; sei sceso con loro per viver lì la loro vita, la vita di poveri lavoratori che vivono del loro lavoro; la Tua vita fu come la loro, povertà e lavoro; erano ignoti, Tu hai vissuto nell'ombra della loro oscurità. Sei andato a Nazaret, piccola città sperduta, nascosta nella montagna, da dove "non può venire qualcosa di buono" (Gv 1,46), si diceva; era il ritiro, l'allontanamento dal mondo e dalle capitali, Tu hai vissuto in questo ritiro...
Ed eri loro sottomesso, sottomesso come un figlio lo è a suo padre e a sua madre; una vita di sottomissione, di sottomissione filiale; obbedivi in tutto ciò a cui obbedisce un buon figlio. Se un desiderio dei tuoi genitori non era secondo la Tua vocazione divina, non lo compivi, obbedivi "a Dio piuttosto che agli uomini" (At 5,29), come quando sei rimasto tre giorni a Gerusalemme; ma, salvo il caso in cui la Tua vocazione ti chiedesse di non acconsentire ai loro desideri, li obbedivi in tutto, come il miglior figlio e di conseguenza non solo obbedivi ai loro minimi desideri, ma li prevenivi, facendo tutto quanto poteva far loro piacere, li consolavi, rendevi la loro vita dolce e piacevole, cercando con tutto il cuore di renderli felici, essendo un figlio modello, e avendo tutte le attenzioni possibili per i genitori, nella misura, certamente, che permetteva la Tua vocazione... (...)
Ecco la Tua vita a Nazaret (...)! La Tua vita era quella di un figlio-modello, che vive fra un padre e una madre poveri lavoratori.