Fratelli, sta scritto che Abramo ebbe due figli, uno dalla schiava e uno dalla donna libera.
Ma quello dalla schiava è nato secondo la carne; quello dalla donna libera, in virtù della promessa.
Ora, tali cose sono dette per allegoria: le due donne infatti rappresentano le due Alleanze; una, quella del monte Sinai, che genera nella schiavitù, rappresentata da Agar
Invece la Gerusalemme di lassù è libera ed è la nostra madre.
Sta scritto infatti: Rallègrati, sterile, che non partorisci, grida nell'allegria tu che non conosci i dolori del parto, perché molti sono i figli dell'abbandonata, più di quelli della donna che ha marito.
Così, fratelli, noi non siamo figli di una schiava, ma di una donna libera.
Cristo ci ha liberati perché restassimo liberi; state dunque saldi e non lasciatevi imporre di nuovo il giogo della schiavitù.
Lodate, servi del Signore,
lodate il nome del Signore.
Sia benedetto il nome del Signore,
ora e sempre.
Dal sorgere del sole al suo tramonto
sia lodato il nome del Signore.
Su tutti i popoli eccelso è il Signore,
più alta dei cieli è la sua gloria.
Chi è pari al Signore nostro Dio che siede nell'alto
che si china a guardare nei cieli e sulla terra?
Solleva l'indigente dalla polvere,
dall'immondizia rialza il povero,
In quel tempo, mentre le folle si accalcavano, Gesù cominciò a dire: «Questa generazione è una generazione malvagia; essa cerca un segno, ma non le sarà dato nessun segno fuorchè il segno di Giona.
Poiché come Giona fu un segno per quelli di Nìnive, così anche il Figlio dell'uomo lo sarà per questa generazione.
La regina del sud sorgerà nel giudizio insieme con gli uomini di questa generazione e li condannerà; perché essa venne dalle estremità della terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco, ben più di Salomone c'è qui.
Quelli di Nìnive sorgeranno nel giudizio insieme con questa generazione e la condanneranno; perché essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed ecco, ben più di Giona c'è qui».
Il Redentore ha assunto la morte perché non avessimo più paura di morire. Manifesta la sua risurrezione perché noi avessimo piena fiducia di poter risorgere. Ecco perché ha voluto anche che la morte non durasse più di tre giorni: un ritardo della risurrezione nella sua persona sarebbe nella nostra la perdita di questa speranza.
Si tratta di quanto è detto di lui non senza sapienza dal Profeta: "Lungo il cammino si disseta al torrente, perciò solleva alta la testa" (Sal 110,7). E' infatti come al torrente della nostra sofferenza che si è degnato di bere, non fermandosi, ma nel cammino, poiché ha conosciuto la morte di passaggio, cioè lo spazio di tre giorni, e nella morte che ha conosciuto non è rimasto, come invece accadrà per noi fino alla fine dei tempi.
Risorgendo il terzo giorno egli mostra quindi quanto è riservato al suo corpo, cioè alla Chiesa. Col suo esempio infatti ha manifestato ciò che le ha promesso come ricompensa: se riconoscono che lui è risorto, i fedeli avranno anch'essi la speranza della ricompensa della risurrezione alla fine del mondo.