Božja beseda dneva

Lunedì 3 Novembre

Lettera di san Paolo apostolo ai Romani 11,29-36.

perché i doni e la chiamata di Dio sono irrevocabili!
Come voi un tempo siete stati disobbedienti a Dio e ora avete ottenuto misericordia per la loro disobbedienza,
così anch'essi ora sono diventati disobbedienti in vista della misericordia usata verso di voi, perché anch'essi ottengano misericordia.
Dio infatti ha rinchiuso tutti nella disobbedienza, per usare a tutti misericordia!
O profondità della ricchezza, della sapienza e della scienza di Dio! Quanto sono imperscrutabili i suoi giudizi e inaccessibili le sue vie!
Infatti, chi mai ha potuto conoscere il pensiero del Signore? O chi mai è stato suo consigliere?
O chi gli ha dato qualcosa per primo, sì che abbia a riceverne il contraccambio?
Poiché da lui, grazie a lui e per lui sono tutte le cose. A lui la gloria nei secoli. Amen.

Salmi 69(68),30-31.33-34.36-37.

Io sono infelice e sofferente;
la tua salvezza, Dio, mi ponga al sicuro.
Loderò il nome di Dio con il canto,
lo esalterò con azioni di grazie,

Vedano gli umili e si rallegrino;
si ravvivi il cuore di chi cerca Dio,
poiché il Signore ascolta i poveri
e non disprezza i suoi che sono prigionieri.

Perché Dio salverà Sion,
ricostruirà le città di Giuda:
vi abiteranno e ne avranno il possesso.
La stirpe dei suoi servi ne sarà erede,

e chi ama il suo nome vi porrà dimora.

Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Luca 14,12-14.

In quel tempo, Gesù disse al capo dei farisei che l'aveva invitato: «Quando offri un pranzo o una cena, non invitare i tuoi amici, né i tuoi fratelli, né i tuoi parenti, né i ricchi vicini, perché anch'essi non ti invitino a loro volta e tu abbia il contraccambio.
Al contrario, quando dài un banchetto, invita poveri, storpi, zoppi, ciechi;
e sarai beato perché non hanno da ricambiarti. Riceverai infatti la tua ricompensa alla risurrezione dei giusti».

San Gregorio Nazianzeno

Badiamo alla salute del nostro prossimo con la stessa cura con cui badiamo alla nostra, sia egli in buona salute o spossato dalla malattia. Infatti, “siamo un solo corpo in Cristo” (Rm 12,5), ricchi o poveri, schiavi o uomini liberi, in buona o in cattiva salute. Per tutti, c’è un solo capo, il principio – Cristo (Col 1,18); come i membri del corpo sono gli uni per gli altri, così anche noi siamo gli uni per gli altri. Non occorre dunque trascurare né abbandonare coloro che sono caduti prima di noi in uno stato di debolezza, condizione che ci aspetta tutti. Invece di rallegrarci di essere in buona salute, occorre compatire le disgrazie dei nostri fratelli poveri... Sono a immagine di Dio, come noi, e malgrado il loro decadimento apparente hanno custodito meglio di noi la fedeltà a questa immagine. In loro, l’uomo interiore si è rivestito dello stesso Cristo e hanno ricevuto la stessa “caparra dello Spirito” (2 Cor 5,5); hanno le stesse leggi, gli stessi comandamenti, le stesse alleanze, le stesse assemblee, gli stessi misteri, la stessa speranza. Cristo è morto anche per loro, lui che “toglie i peccati del mondo” (Gv 1,29). Sono partecipi della vita celeste, coloro che sono stati privi quaggiù di molti beni. Sono i compagni delle sofferenze di Cristo, e lo saranno anche della sua gloria.

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